Oggi sul gruppo facebook di Wegolfers è nata una discussione sprigionata da un articolo de "La Stampa" citato da Marco Manca, membro del gruppo. 

In sostanza l'articolo è un'intervista a Michael Moore, regista americano molto politicizzato e conosciuto, già famoso per i suoi film denuncia su alcuni eventi americani del passato, uno per tutti Fahrenheit 9/11 sull'undici settembre 2001. 
Ma non è il contenuto dell'articolo in discussione, quanto piuttosto l'immagine fotografica che lo accompagna. E' la locandina di un altro documentario del regista americano, dedicato all'elezione del 2018 di Donald Trump: Fahrenheit 11/9. 


Nella locandina sullo sfondo la Casa Bianca con qualcosa che sembra un'esplosione nucleare e in primo piano, di schiena, un Donald Trump che sfoggia un finish golfistico con tanto di berretto e bastone da golf. 
E' ovvio che l'immagine si presta a una facile considerazione. Trump, tycoon miliardario e chiacchierato, Presidente degli Stati Uniti proprietario di resort golfistici di altissimo livello. Facile conclusione per menti semplici: un'altra volta il golf è l'immagine della ricchezza e dell'esclusività, Uno sport per ricchi, in questo caso anche "negativamente" ricchi. 

La discussione su facebook declina su un immediato misunderstanding che non è per noi interessante riportare o su cui non serve dilungarsi. 
Interessa invece occuparsi del fatto che ogni volta che il Golf viene tirato in mezzo, è per usarne gli aspetti di esclusività e quindi fatalmente denigrarne l'immagine. Soprattutto in un mondo come quello attuale dove essere ricchi pare sia una iattura da combattere e non c'è mai spazio per un'analisi più seria. 
Pensiamo, per un istante, al mondo delle barche. Il lettore, magari disattento, avrà come primo riferimento le barche e gli yacht dei miliardari.  Esempi di manifestazione di ricchezze inavvicinabili. Solo per riempirne il serbatoio non bastano gli stipendi medi di buoni dirigenti d'azienda. 
 Ma il mondo della nautica è costituito da moltre altre realtà.  Barche a remi, magari con un piccolo motore, che navigano in mare e sui laghi di casa nostra. Alla portata di "quasi" tutti e, spesso, strumenti di lavoro. Nessuno mette in dubbio che possano coesistere prodotti totalmente diversi che sono in grado di "stare a galla" in acqua. 
 
Anche il golf meriterebbe questo riconoscimento. Esistono i Resort di Lusso? Certamente sì. Ma esistono anche i campi pratica, come quello del film TIN CUP, fatti di terra e completati da una roulotte che funge da segreteria. Esistono discipline legate al golf, come il pitch&putt, che hanno costi di gestione nettamente inferiori e dove il tragitto verso il divertimento del neofita è molto più rapido. 
In fondo il calcio ha prodotto il calcetto, il Tennis ha prodotto il Padel, il Golf ha prodotto il Pitch&Putt. Non ci sono sostanziali differenze in queste declinazioni più easy. 

Tre golfisti in barca non necessariamente sono a bordo di uno yacht, potrebbero semplicemente essere a pesca in un laghetto presso un campo di Pitch&putt, dopo aver giocato nove buche veloci in meno di 45 minuti e magari dopo aver mangiato un piatto di spaghetti al pomodoro.

Think about it. 

LINK AL POST DEL GRUPPO
LINK ARTICOLO DE "LA STAMPA"

p.s. Il cane (citato nel titolo), miglior amico dell'essere umano, in un campo da golf ci sta bene e dovrebbe essere sempre il benvenuto.