Una delle principali doti del golf è che debba essere giocato secondo le Regole, incluse quindi anche quelle che gestiscono l'handicap.
La gestione dell'handicap è normata in tutto il.mondo dal WHS WORLD HANDICAP SYSTEM, di cui la FIG è licenziataria in Italia e che a sua volta estende questa licenza ai vari Circoli, consentendo loro di usare sia la normativa che il sistema di gestione dell'handicap basato sul cosiddetto server federale.
Per godere dell'utilizzo di questa licenza e per gestire gli handicap dei propri tesserati, qualsiasi Circolo deve disporre di un percorso convalidato e valorizzato dalle norme sul Rating, che sono una sottosezione del WHS.
Anche l'accesso al golf dei neofiti è regolato dai corsi sulle regole gestiti dal CCH Comitato Corsi Handicap, una commissione nell'ambito del CHCR Comitato Handicap e Course Rating della FIG, che è la struttura formata da volontari non retribuiti, che sovrintende alla gestione delle norme sull'handicap, con decisioni finali in casi controversi tra Circoli e soci che sono ritenute definitive e non appellabili
Chiarito questo, è messo a carico dei Circoli, come unica condizione preliminare per la gestione dell'handicap, la nomina all'interno del Circolo di un comitato tecnico, il Comitato Handicap, con una composizione che vede al suo.interno non meno di tre componenti, preferibilmente di entrambi i sessi, e con la presenza obbligatoria, ma non come Presidente, del Direttore/Segretario Sportivo del Circolo. Non è prevista la presenza di Professionisti all'interno, ma possono essere affiancati come consulenti.
Quindi tutto quanto è riferito all'handicap deve essere obbligatoriamente essere gestito tramite il.Comitato Handicap.
Questa credo che sia la norma più disattesa del golf Italiano.
E.mi chiedo il.perchè e di conseguenza, il cui prodest.
Non vorrei essere assimilato ad Andreotti quando diceva "pensar male è peccato, ma ogni tanto ci si azzecca".
In.merito a che cosa pensare di male in.merito, lascio a ognuno di voi proporre delle ipotesi.
Have a nice play.
La gestione dell'handicap è normata in tutto il.mondo dal WHS WORLD HANDICAP SYSTEM, di cui la FIG è licenziataria in Italia e che a sua volta estende questa licenza ai vari Circoli, consentendo loro di usare sia la normativa che il sistema di gestione dell'handicap basato sul cosiddetto server federale.
Per godere dell'utilizzo di questa licenza e per gestire gli handicap dei propri tesserati, qualsiasi Circolo deve disporre di un percorso convalidato e valorizzato dalle norme sul Rating, che sono una sottosezione del WHS.
Anche l'accesso al golf dei neofiti è regolato dai corsi sulle regole gestiti dal CCH Comitato Corsi Handicap, una commissione nell'ambito del CHCR Comitato Handicap e Course Rating della FIG, che è la struttura formata da volontari non retribuiti, che sovrintende alla gestione delle norme sull'handicap, con decisioni finali in casi controversi tra Circoli e soci che sono ritenute definitive e non appellabili
Chiarito questo, è messo a carico dei Circoli, come unica condizione preliminare per la gestione dell'handicap, la nomina all'interno del Circolo di un comitato tecnico, il Comitato Handicap, con una composizione che vede al suo.interno non meno di tre componenti, preferibilmente di entrambi i sessi, e con la presenza obbligatoria, ma non come Presidente, del Direttore/Segretario Sportivo del Circolo. Non è prevista la presenza di Professionisti all'interno, ma possono essere affiancati come consulenti.
Quindi tutto quanto è riferito all'handicap deve essere obbligatoriamente essere gestito tramite il.Comitato Handicap.
Questa credo che sia la norma più disattesa del golf Italiano.
E.mi chiedo il.perchè e di conseguenza, il cui prodest.
Non vorrei essere assimilato ad Andreotti quando diceva "pensar male è peccato, ma ogni tanto ci si azzecca".
In.merito a che cosa pensare di male in.merito, lascio a ognuno di voi proporre delle ipotesi.
Have a nice play.