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4 o 5 secoli fa, i fisici teorici non disponevano di riviste scientifiche in cui annunciare le scoperte come una nuova legge fisica o un teorema. Dovevano scrivere libri, impresa lunga e costosa, con il rischio che nel frattempo qualcuno soffiasse l'idea. Allora facevano così.
Inviavano a colleghi e amici un anagramma dell'enunciato della scoperta. Dall'anagramma era difficilissimo risalire all'enunciato originale, ma la corrispondenza era facilmente dimostrabile a posteriori in caso di disputa sulla paternità della scoperta. Una sorta di crittografia.
Ad esempio, quando Hooke scoprì la legge della forza elastica, diffuse solo una sequenza di caratteri: "ceiiinosssttuv". 
Letta così, non significa niente. Ah, erano anagrammi, ma in latino. E di intere frasi. Facile no?
"ceiiinosssttuv" è l'anagramma di "ut tensio sic vis", cioè "più grande è l'estensione, maggiore è la forza". Oggi scriveremmo F = k Δx.
Se qualcuno avesse rubato l'idea, era facile dimostrare a cosa si riferisse l'anagramma. Funzionò: oggi la chiamiamo "legge di Hooke".
Quando Newton lavorava sulle derivate, a Leibnitz che lavorava sullo stesso problema ed era interessato a collaborare scrisse «non posso procedere con le spiegazioni, ho preferito nasconderle così: 6accdae13eff7i319n4o4qrr4s(8t)12ux».
Leibnitz lo prese come un "no".
Il significato era "Data aequatione quotcunque fluentes quantitates involvente, fluxiones invenire; et vice versa", oppure "Data un’equazione che coinvolge un numero qualunque di quantità fluenti, trovare le flussioni e viceversa". Era il metodo per il calcolo delle tangenti.
Anche Galilei usò lo stesso sistema.
 A Giuliano de' Medici nel 1610 scrisse "smaismrmilmepoetaleumibunenugtaurias". 
Keplero chiese a Galileo di rivelargli la soluzione dell'anagramma, ma Galilei si rifiutò. Allora Keplero ci provò da solo. E trovò una soluzione.
"Salve, umbistineum geminatum Martia proles", cioè "Salve, ardente gemello, figlio di Marte". Keplero vi trovò la conferma di una sua teoria: Marte aveva due satelliti. Non era la soluzione dell'anagramma di Galilei, ma era una teoria corretta.
Come dimostrò Asaph Hall nel 1877, Marte ha due "lune", Phobos e Deimos. Al tempo di Keplero, si sapeva che la Terra aveva una Luna, e che Giove ne aveva 4 (in realtà sono di più). Ma le lune di Marte non le aveva viste nessuno.
Un'altra scoperta di Galileo fu annunciata a Keplero con un anagramma inviato nel 1610: "Haec immatura a me iam frustra leguntur oy". Keplero provò a risolverlo così: “macula rufa in Jove est gyratur mathem", cioè "c'è una macchia rossa su Giove, che ruota matematicamente".
Una macchia rossa su Giove effettivamente c'è: è una tempesta anticiclonica, scoperta nel 1831. Una macchia fu vista nel 1665, ma non è chiaro se sia la stessa. La soluzione dell'anagramma di Keplero comunque era sbagliata. Cosa aveva scoperto Galilei?
"smaismrmilmepoetaleumibunenugtaurias" significa "altissimum planetam tergeminum observavi", cioè "ho osservato il pianeta più alto [Saturno] essere trigemino". Al cannocchiale primordiale di Galileo gli anelli apparivano infatti come due corpi aggiuntivi a un corpo centrale
"Haec immatura a me iam frustra leguntur oy" invece stava per "Cynthiae figuras aemulatur mater amorum", o "La madre degli amori [Venere], imita le figure di Cinthia [la Luna]". Era la scoperta delle fasi di Venere.

(Da un twitt di Andrea Capocci)

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quindi la Blockchain esiste da secoli? Ci stanno prendendo in giro... e non ce lo dicono!!
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